Cosa bisogna fare quando inizia un attacco d’asma

Cosa bisogna fare quando inizia un attacco d’asma

Molti genitori e pazienti non sanno come inizia un attacco d’asma e, quindi, non si rendono conto dell’emergenza finchè l’attacco non è in fase conclamata.

Un attacco d’asma si sviluppa attraverso questa successione di eventi che voi genitori e pazienti dovete conoscere e riconoscere:

  • all’inizio si sta bene e non avverte nessun disturbo;
  • ad un certo punto succede qualcosa, è avvenuta l’esposizione ad uno dei fattori di cui abbiamo parlato (pollini, infezioni virali, sforzi fisici, ecc.) irritanti per l’apparato respiratorio;
  • il paziente comincia ad avvertire qualche disturbo, come il solletico in gola, la tosse, uno starnuto: sono i sintomi di un imminente attacco d’asma;
  • se non si inizia a fare la terapia della crisi dopo un po’ di tempo (in genere qualche ora, ma a volte alcuni minuti) inizia l’attacco d’asma vero e proprio.

Una terapia iniziata al primo insorgere di questi sintomi è molto più efficace nel controllare l’attacco stesso, che non si presenterà o, se si presenterà, sarà in forma lieve.

Sappiamo che cos è l’asma e come respiriamo?

Sappiamo che cos è l’asma e come respiriamo?

respiro

E’ una domanda magari anche banale, ma conoscere qualcosa dell’anatomia e della funzionalità dell’apparato respiratorio è essenziale per comprendere che cosa è l’asma e come si manifesta.
Due sono le funzioni che l’organismo assolve respirando: assorbire ossigeno dall’aria ed eliminare all’esterno l’anidride carbonica prodotta dall’organismo. Questo scambio di gas tra aria e sangue avviene negli alveoli, microscopici sacchetti circondati da capillari sanguigni.
I bronchi ed i bronchioli costituiscono l’ultimo tratto delle vie aeree prima degli alveoli ed è qui che si producono le modificazioni che portano alla sintomatologia asmatica.

L’asma è, infatti, una malattia che si presenta con due principali caratteristiche:

  • restringimento del calibro delle vie aeree, con loro ostruzione parzialmente o totalmente reversibile;
  • infiammazione delle pareti bronchiali con aumentata reattività a svariati stimoli.

Diversi fattori scatenano la sintomatologia che porta alle crisi:

  • l’esposizione agli allergeni (ad esempio, le graminacee), soprattutto nei bambini più grandi;
  • le infezioni virali, soprattutto nei lattanti e nei piccoli bambini: la maturazione ancora incompleta dell’apparato respiratorio ne aumenta la suscettibilità a svariati stimoli;
  • l’inalazione di sostanze irritanti: il fumo, lo smog, i vapori;
  • i cambiamenti di temperatura o particolari condizioni atmosferiche: il freddo intenso, il caldo umido, la nebbia;
  • l’attività fisica: lo sport, sforzi di varia entità;
  • Il contatto con gli animali domestici.

Le crisi asmatiche si possono presentare in certi periodi dell’anno, a seconda della principale causa che le scatena: nelle forme allergiche è in genere stagionale, nelle altre forme non ha predilezione per periodi particolari.
L’esposizione all’allergene, o comunque allo stimolo scatenante, provoca una reazione a livello delle vie aeree che si compie in due fasi: nella prima fase, la fase precoce, si ha broncocostrizione con ridotto ingresso d’aria: il bambino ha tosse secca e convulsa, respira affannosamente, dice che “gli manca l’aria”.
In questa fase i farmaci broncodilatatori risolvono rapidamente i sintomi.
A qualche ora di distanza dall’inizio dell’attacco, si sviluppa la successiva fase tardiva, caratterizzata da infiammazione con aumento dello spessore delle pareti bronchiali, secrezione di muco.
L’albero respiratorio nei bambini asmatici diviene molto più sensibile a svariati agenti ambientali rispetto ad un bambino sano.
Si realizza, infatti, una condizione particolare, definita iperreattività bronchiale aspecifica: le vie aeree, già sensibilizzate ed infiammate, reagiscono più prontamente ed intensamente a stimolazioni ambientali o a sostanze aspecifiche (non necessariamente sostanze alle quali il paziente é allergico, che sono chiamate allergeni) che in soggetti normali non provocherebbero alcuna sintomatologia.
Per questo è importante curare l’asma anche quando il bambino paziente apparentemente sta bene: solo con una cura costante, infatti, si può contrastare l’infiammazione che è alla base della malattia, permettendo al bambino di condurre una vita normale e di guarire.

Cosa possiamo fare per curare e tenere sotto controllo l’asma

Possiamo curarle e tenerla sotto controllo con farmaci “di fondo”, antinfiammatori da somministrare ogni giorno, anche in assenza di sintomi, e farmaci “al bisogno”, quando cioè si verifica una crisi.
Nella maggior parte dei casi i medicinali vengono somministrati tramite aerosol, in particolare nei bambini molto piccoli, tramite spray (puff) con l’ausilio di un distanziatore adeguato all’età. Nel caso degli spray è indispensabile che i pazienti imparino le manovre e mostrino al medico e al personale sanitario come le fanno. Inoltre in occasione delle visite di controllo bisogna verificare che vengano assunti in modo corretto, visto che in molti casi il mancato controllo dell’asma dipende proprio da errori nella somministrazione dei farmaci per inalazione. Trattandosi di una patologia cronica, durante il percorso di cura è importante modulare la terapia giornaliera, valutare la funzionalità respiratoria seguendo le linee guida.
Il risultato finale è di permettere ai bambini di condurre una vita “normale” e ai loro genitori di essere sereni, facendoli partecipare attivamente alla gestione dell’asma.

Indicazioni su come gestire l’esposizione e l’allergia ai pollini

Consigli utili

  • Ridurre le attività all’aperto nei periodi di fioritura critici, evitando quei luoghi in cui sono presenti le piante responsabili della propria allergia.
  • Per maggiori informazioni su quali sono i periodi critici consultare il calendario dei pollini della zono dove si abita.
  • Svariati pollini vengono rilasciati nell’aria soprattutto nelle giornate calde, secche, assolate e leggermente ventilate.
  • Dopo una giornata all’aperto fare la doccia per rimuovere i pollini che si sono accumulati sui capelli.
  • Gli indumenti utilizzati durante il giorno non andrebbero tenuti in camera da letto e bisognerebbe evitare di far asciugare il bucato all’aperto per impedire eventuali accumuli di polline.
  • Per ridurre la concentrazione dei pollini negli ambienti interni possono venire utilizzati dei condizionatori d’aria o dei depuratori con filtri particolari (ricordarsi di pulire accuratamente e regolarmente i filtri!).
  • Come luogo di vacanza preferire le località marine o d’alta montagna: il vento che di giorno spira dal mare verso terra convoglia aria priva di pollini, mentre a quote elevate la produzione pollinica è ridotta, tenete sempre conto anche del tipo di abitazione dove si anadra a stare, da qanto tempo è rimasta chiusa, o se si trova in una zona particolarmente verde e circondata da campi o boschi.
  • Quando si programmano le vacanze in luoghi diversi da quello di residenza, consultare i calendari dei pollini della zona di destinazione, poiché la stagione di fioritura della pianta alla quale si è allergici potrebbe essere diversa.
  • Quando si viaggia in auto i finestrini dovrebbero rimanere chiusi.

Rivolgersi al proprio medico curante o al Centro “Ioe l’Asma” per effettuare tutte le indagini specialistiche appropriate per identificare i pollini responsabili e per iniziare, eventualmente, una terapia farmacologica.

Tutti siamo potenzialmente allergici, ciò nonostante non tutti manifestiamo i sintomi di un allergia, fattori fondamentaliperchè questo si manifesti sono la durata del contatta con l’allergene, la concentrazione dello stesso, e la predisposizione individuale a manifestare una determinata risposta immunitaria.

Qui di seguito potete trovare alcune indicazioni su come leggere un bollettino dei pollini estrapolate dal sito dell’Associazione Italiana di Aerobiologia.

Link alle pagine dove poter reperire il bollettino per la zona della Pianura Padana.

Link alle pagine dove poter reperire il bollettino per la zona Prealpina.

Link per le altre zone d’italia

Concentrazione Pollinica

Pollini per m3 di aria

Pollini Assente Bassa Media Alta
Graminaceae 0 – 0.5 0.6 – 9.9 10.0 – 29.9 > 30
Urticaceae 0 – 1.9 2.0 – 19.9 20.0 – 69.9 > 70
Oleaceae 0 – 0.5 0.6 – 4.9 5.0 – 24.9 > 25
Fagaceae 0 – 0.9 1.0 – 19.9 20.0 – 39.9 > 40
Betulaceae 0 – 0.5 0.6 – 15.9 16.0 – 49.9 > 50
Compositae 0 0.1 – 4.9 5.0 – 24.9 > 25
Corylaceae 0 – 0.5 0.6 – 15.9 16 – 49.9 > 50
Cupr./Taxacee 0 – 3.9 4.0 – 29.9 30.0 – 89.9 > 90

Le previsioni

Oltre ai livelli rilevati il bollettino fornisce anche i livelli previsti per la settimana successiva, dal mercoledì in cui avviene l’aggiornamento al martedì successivo. Le previsioni vengono elaborate partendo dalle concentrazioni rilevate e tenendo conto di numerosi altri fattori tra cui:

  • i dati storici di concentrazione giornaliera dei diversi pollini, elaborati dall’AIA dal 1985,
  • le previsioni meteorologiche per la settimana corrente. Nei giorni piovosi la concentrazione dei pollini nell’aria è considerevolmente minore perché la pioggia li abbatte verso terra,
  • l’andamento climatico dell’anno in corso. Per gli alberi, ad esempio, la fioritura è influenzata dal periodo di freddo attraversato durante l’autunno e l’inverno. Le erbe invece fioriscono tanto più presto quanto più calore hanno accumulato nel periodo precedente alla fioritura,
  • le notevoli differenze tra le diverse zone d’Italia. Le fioriture sono anticipate al Sud rispetto al Nord; nell’Italia orientale rispetto all’Italia occidentale; nelle zone vicine al mare e con clima mediterraneo (ad esempio la Liguria) rispetto alle zone più interne,
  • i venti, in particolare i venti stagionali. Il polline può viaggiare nell’aria anche per diversi km.

La spirometria: a cosa serve e come si fa

Cosa bisogna fare prima di una spirometria e cosa portare alla visita?

La spirometria è un esame della funzione respiratoria che si esegue con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro.
L’indagine è molto semplice, per nulla fastidiosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie.
Il risultato dell’indagine mostra una serie di valori che indicano oltre alla capacità del polmone anche il grado di pervietà (apertura) dei bronchi.
Il risultato della spirometria è normalmente corredato da un commento verbale aggiunto dallo specialista in cui si esprime un giudizio inerente ai valori ottenuti.

Preparazione all’esame:

La spirometria rappresenta una fotografia della situazione al momento dell’esame, quindi non serve sospendere la terapia in atto, ne alcuna altra precauzione particolare. E’ comunque buona norma evitare attività sportive nelle ore precedenti la prova e l’utilizzo dei farmaci broncodilatatori o broncocostrittori.